domenica 31 maggio 2015

L'analfabetismo funzionale del Male

Vi ricordate il Male? Egli crede che EC in un testo dal titolo Errata Corrige (testo da lui scelto) possa essere la prova che la sigla sia un'abbreviazione comune di Errata Corrige.

Spiego come stanno le cose nel post

Ma nemmeno con quella spiegazione alla mano il Male riesce a capire il suo errore: allora non fu distrazione… Perciò possiamo veramente parlare di analfabetismo funzionale.

Il Male va in giro su Twitter e di tanto in tanto importuna qualcuno per correggere degli errori ortografici, come se lui fosse il signore della perfezione ortografica. Su questo tornerò in futuro.

In questo post riprendo la questione dell'abbreviazione EC.

Un tale Ree Boh si indispettisce per un retweet di un pigolio del Male1 (fatto dall'account shintakezou_wf). Nel pigolio il Male dice «ah ecco, se commetti errori di grammatica è colpa del correttore automatico...» Questo perché non accetta mai le spiegazioni fornite dagli altri: lui capisce sempre meglio di chiunque e sa molto più di te stesso ciò che veramente sai e non sai, ciò che veramente sei e non sei, e conosce benissimo le tue circostanze…

A Ree Boh il mio retweet deve essere sembrato una rincorsa al carro del malvagio Male e per questo mi “attacca”: «solo retweet sei uno che ha molto da dire...E con questa chiudo». Un fraintendimento: cerco di chiarire invitandolo alla lettura di Scelta e valutazione di una fonte.

Hier kommt Übel…

Ed ecco che si materializza2 il Male: Vorhang auf für seine Horrorshau.

Domandiamoci cosa significhi analfabetismo. La Treccani dice:

Condizione di chi è incapace di leggere e scrivere

Il Male sa leggere il titolo («Errata Corrige del Libro»), quindi non è un analfabeta. Ma saper leggere non significa avere la capacità di comprendere ciò che un testo dice. Quando questa capacità manca si può parlare di analfabetismo funzionale.

Scrivendo Scelta e valutazione di una fonte pensavo ad una distrazione, più che ad una deficienza. Riesce a fugare qualunque dubbio dimostrando di non aver capito il suo errore nemmeno dopo aver letto la spiegazione3. Che evidentemente non ha capito…

Come si fa a convincere un analfabeta funzionale recalcitrante del fatto di essere un analfabeta funzionale? Un po' difficile, visto che è necessario che riesca a capire almeno gli esempi che dimostrano la sua incapacità. Purtroppo però non è in grado di vedere l'errore4 e quindi rimane convinto che non sia lui ad avere qualche problema.

«Almeno il titolo leggilo».

Magari se il Male non avesse letto solo il titolo e avesse capito anche il resto, si sarebbe risparmiato l'esibizione della sua incapacità di comprensione. Per quanto riguarda me, ho scritto Scelta e valutazione di una fonte proprio perché l'ho letto e ho anche capito il resto del testo.

Per esempio ho capito questa frase, che il Male invece ha ignorato (eppure è poco sotto il titolo, che sicuramente ha letto):

a cura di L. Vitale e con il prezioso aiuto degli studenti indicati con le iniziali

Ho capito anche che il documento, dal titolo esplicativo, contiene una serie di correzioni: non c'è alcun bisogno di scrivere ad ogni paragrafo “EC” per Errata Corrige, perché di fatto tutti i paragrafi dopo l'intestazione sono degli “errata corrige”.

L'analfabetismo funzionale del Male è in buona compagnia della sua stupidità. Guardando la seconda immagine del suo tweet si nota un bel “cherry picking5 così eclatante e palese che è impossibile che una persona dotata di intelletto medio non si accorga dell'errore.

Vediamo l'immagine del Male con le sue rosse sottolineature selettive (cherry picking e bias di conferma, all'opera dietro le quinte, sono alleati perfetti dell'analfabetismo funzionale):

Ciascuno dei sei “paragrafi” visibili nella foto indica una correzione. E nel documento completo ce ne sono molti altri di paragrafi simili e, naturalmente, non tutti iniziano con “EC”. Perché? Perché non tutte sono correzioni suggerite dallo studente E.C.

Il Male seleziona un frammento del documento (e già questo è un procedimento discutibile) e sottolinea in rosso solo quello che gli interessa; non si accorge nemmeno che lo stesso frammento selezionato contiene già delle informazioni che lo smentiscono. Poiché il Male ha difficoltà con le parole, serve una immagine.

Di esempi come quelli in giallo se ne trovano altri nel documento. Se credessimo al Male, dovremmo chiederci cosa vogliano mai dire le altre sigle (che non ha sottolineato in rosso…) all'inizio dei “paragrafi”.

La risposta è semplice: sono altri studenti le cui iniziali del nome non sono E.C.

Conclusioni

Non credo ci sia molto altro da dire sulla questione.

Lascio qui un pigolio “rosicchioso“6, a futura memoria (mordicchia, mordicchia, ma resti quel che sei e i tuoi tweet lo raccontano). In questo pigolio il Male, dopo esser riuscito a capire che alcuni miei account sono effettivamente miei (deve essere stato uno sforzo notevole capirlo), li pubblicizza gentilmente dicendo che «quando l'analfabetismo va oltre l'ignoranza», mi paleso io… (In effetti mi paleso anche quando c'è il Male di mezzo, per cui ci ha preso…)


  1. Questo Ree Boh scrive a Telecom Italia piuttosto inviperito e augura loro di fallire. Osa scrivere «spero che fallite» invece di «spero che falliate» e Giorgio Faso lo corregge. Il clown siceid, quello che si autodescrive in termini delle sue opinioni su Grillo, che nel suo profilo si ripara dalle critiche ai suoi eventuali errori scrivendo «Commetto errori di ortografia» e che nello stesso tempo si fregia del +H dei piuacchisti, proprio questo soggetto interviene su un tweet che non lo riguarda al solo scopo di correggere il verbo. Tra l'altro l'uso dell'indicativo in espressioni “rapide”, come possono esserlo quelle dettate dalla rabbia, è più efficace e suona meno macchinoso. In ogni caso, con le parole di Maria Luisa Altieri Biagi, citate in una pagine dell'Accademia della Crusca: «se, […] dopo aver studiato il congiuntivo, e sapendolo usare, voi deciderete di “farne a meno”, di sostituirlo con altri modi, questa sarà una scelta vostra. Ciò che importa, in lingua, non è scegliere il modo più elegante, più raffinato, ma poter scegliere, adeguando le scelte alle situazioni comunicative». Dov'è che siamo? Siamo su Twitter… non è un giornale, non è un romanzo… L'unica giustificazione per correggere qualcuno è quella di fargli assaggiare la sua stessa medicina. Il Male elargisce “analfabeta!” a destra e manca, pur non essendo egli stesso un impeccabile scrittore (però è convinto di esserlo!) Notate anche che il clown non si limita a correggere Ree Boh: evoca anche lo spirito del Male. Che ci sia della ruggine tra Ree Boh e il Male? Anche se fosse, che razza di squallida persona è quella che aggiunge una menzione solo per dire «guarda, è inciampato! ora infierisci…»? Ree Boh replica così: «wow abbiamo anche l'umberto eco dei poveri,conosci il correttore automatico?»

  2. Credo che il motivo della sua comparsa in realtà sia dovuto al fatto che Ree Boh l'abbia citato. Come biasimare Ree Boh per averlo fatto? Probabilmente se l'è dovuta vedere con la violenta tracotanza del Male e del branco, forse aizzati dalla sua stessa irascibilità — poi magari un giorno mi metterò a cercare la sua storia. Letto il mio post, avrà visto in me un alleato e gli sarà sembrata una buona idea riaprire il discorso con il dicarcinantropo.

  3. Così il blog ora ospita due casi eclatanti: quello del Male e quello della voceidealista, raccontato in Il fosforo scienziato.

  4. Di sicuro tra le mie ambizioni non c'è quella di insegnare al Male come comprendere un testo (ma è una capacità insegnabile?) In generale non credo che sia recuperabile (l'anonimato lo illude di poter uscire dal personaggio quando gli pare e tornare ad essere il funzionario delle Nazioni Unite… in realtà non uscirà mai dal personaggio, perché i tratti negativi salienti che lo caratterizzano sono propri della persona dietro quell'account e, se non lo dovessero essere, potremmo inferirne altri, comunque molto poco lusinghieri).

  5. Cherry picking: si evidenziano casi specifici e dati che sembrano confermare la tesi, ma si ignorano deliberatamente tutti gli altri casi e dati che invece la contraddicono. In pratica significa selezionare solo le informazioni che sembrano confermare una tesi. In questo caso specifico il Male ha sottolineato in rosso “EC” e delle parole («manca», «invece del») che indicano delle correzioni; questo secondo lui conferma che in quel testo “EC” sta per Errata Corrige. Ma nell'immagine stessa che fornisce è evidente che tutti i 6 paragrafi visibili sono delle correzioni; per esempio, perché non ha sottolineato “MF” e la parola «manca» nel paragrafo in cui leggiamo «MF pag. 23 seconda riga: nella formula F=qE manca il segno di vettore sulla F»? (Aveva fatto già questa cazzata usando un frammento ancora più piccolo…)

  6. Il Male non digerisce molto bene che lo si faccia passare per quel che è. Scelta e valutazione di una fonte usa dei riguardi che evidentemente non si merita.

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