Vediamo un altro vecchio esempio di “ragionamento”. Si sta parlando di economia. Ad un certo punto arriva la solita sentenza tout court, semplicistica a dir poco.
mercoledì 17 settembre 2014
sabato 6 settembre 2014
Ti dico io come ti devi tradurre!
Un'altra perla che ci dimostra la taratura (e la tara) mentale di certi individui che s'inchinano a vicenda, accomunati dal medesimo gusto orrido e infantile per l'irrilevante e il dileggio — fine a sé stesso — dell'altro.
Sono tal Mazzetta e tal psicologa (esatto) Junghiana Collevecchio, impegnati a mostrarci tutti i carati delle loro maestose e dignitose capacità.
Gente che ha problemi a tradursi da sola pic.twitter.com/CgpquqxGxe
— mazzetta (@mazzettam) 3 Settembre 2014
Una perla del nostro #Riotta via @mazzettam: Gente che ha problemi a tradursi da sola pic.twitter.com/zei0DnUClz”
— Barbara Collevecchio (@colvieux) 3 Settembre 2014
Evidentemente Riotta è un loro gradito bersaglio (tutti i bulli hanno le loro fissazioni), come suggerisce una precedente ornitoteca, “I massacri inutili”.
Qual è questa volta l'ignobile colpa di Riotta? Il fatto di aver scritto due tweet che, a detta del duo dileggiante, dovevano essere uno traduzione dell'altro.
Da nessuna parte Riotta asserisce che lo siano: esprimono entrambi, in modo un po' diverso, lo stesso concetto. Scelta di parole diverse, forse perché ogni lingua ha la sua estetica, la sua giusta (soggettivamente) scelta di costrutti e parole, il suo potere espressivo, e comunica un'idea meglio in un modo piuttosto che in un altro — o forse perché, più banalmente, il dottore non prescrive traduzioni letterali pena il dileggio di due emeriti che ben rappresentano, nelle mie collezioni folkloristiche, ciò a cui un essere umano razionale non dovrebbe assomigliare (intellettivamente).
In inglese Riotta ha scritto:
Killing journalists Isis spews hatred and intollerance but unwittingly proves journalism is indeed alive
“Ma” in italiano invece ha osato scrivere qualcosa di diverso (secondo me fondamentalmente nella distanza semantica tra unwittingly e a sorpresa1), qualcosa che non è la fedele traduzione del tweet precedente2:
Uccidendo giornalisti l'odio intollerante dei terroristi Isis prova a sorpresa perché il giornalismo è vivo
Allo gogna il reo!
“Uccidendo dei giornalisti, l'Isis vomita odio e intolleranza, ma involontariamente prova in realtà che il giornalismo è vivo”. A sorpresa (è una epifania) realizzo che questi terroristi, con il loro odio intollerante, provano, certamente senza averne l'intenzione, il motivo per il quale il giornalismo è vivo. Considerando un pensiero quasi la rielaborazione (conseguente) dell'altro, piuttosto che la sua traduzione “uno a uno”, si evita la rigida corrispondenza biunivoca tra unwittingly e a sorpresa (non necessaria e non richiesta — a differenza di quanto pretendono persone che hanno due o tre schemi di pensiero in tutto), eliminando così la percepita “distanza semantica”.↩
Spero che la Collevecchio e questo Mazzetta non si sorprendano troppo scoprendo quante volte i traduttori tradiscono il testo. A volte lo fanno veramente in modo “significativo” (e non involontariamente) tanto da esporsi a facili critiche — o tanto da doversi spendere in spiegazioni. Le traduzioni letterali, fredde e quasi meccaniche, non giovano però alla letteratura; perciò spero che i due paladini non si cimentino professionalmente in questa difficile attività, visto che la rigida forma mentis che mostrano in questo “attacco” suggerisce la mancanza di doti senza le quali un traduttore sarebbe indistinguibile da qualunque altro.↩
La scappatoia dell'ingegnere
Visto che l'ingegnere si è impegnato a intorpidire le acque, riprendo un attimo la questione del suo errore logico, che avevo già illustrato nell'ornitoteca “Imparo dall'ingegnere”. Cercherò di concentrarmi sull'essenziale per ottenere brevità e forse addirittura chiarezza.
L'Europa di Altiero Spinelli e dell'ingegnere
Come già accennato nel post Abbaia a comando, che parla en passant di una citazione fuori contesto ingannevole e di tale Tullo Ostilio, chiamato dall'ingegnere per abbaiare e sbranare («divertiti»), la “diatriba” con il Ligori ha generato un'interessante quantità di materiale per l'ornitoteca.
In questo materiale c'è anche qualcosa che riguarda l'Europa (l'Unione Europea), Altiero Spinelli, l'ingegnere e un terzo tizio che premurosamente mi spiega che dove vedete reazionario potete tranquillamente leggere “di destra”.
Abbaia a comando (ovvero: cos'è un troll)
In seguito al post precedente l'ingegnere, un po' piccato (diciamo così), ha dato il via ad una serie di tweet che hanno prodotto materiale per alcune altre ornitoteche. L'impegno maggiore è stato profuso a screditarmi; di argomenti ce ne son stati ben pochi (è un eufemismo) “corretti”.
Imparo dall'ingegnere
Oggi ho imparato da tale Dario Ligori che «tutti i neofascisti sono no €» e che dunque se sei «no €» sei neofascista, o comuque di destra. È in pratica come dire che tutti gli eroinomani si sono fatti le canne, quindi se ti fai le canne sei eroinomane.
Una giornata di caccia
Nel frattempo, per chi ha curiosità e tempo (o legge velocemente): Una giornata di caccia!
I massacri inutili
E anche #Riotta oggi ci da tante soddisfazioni da riderone duro. Massacrato, giustamente, nei commenti: https://t.co/l6OpImzvqk
— Barbara Collevecchio (@colvieux) 20 Agosto 2014
Almeno una falla
La saggezza non è acqua e per questo leggiamo perle come questa:
C'è sempre una falla nel sistema, quindi pensa te quanti buchi ci sono nell'anti-sistema
D'effetto, ma qual è il significato e qual è la logica? Invero la logica formale non ci aiuta in casi come questi: l'errore è da cercarsi nel contenuto — come è del resto per molte fallacie che ho tentato maldestramente di illustrare in condizioni non artificiali, cioè non in vitro.
Se possiamo “invertire” la perla, usando la stessa forma e sfruttando delle “simmetrie” per ottenere una frase che suoni ugualmente sensata (o ugualmente insensata), mostriamo che, evitate le suadenze delle frasi brevi che sembrano contenere chiavi interpretative tanto potenti quanto corroboranti per le nostre narrazioni e visioni del mondo,in realtà essa (al dritto e al rovescio) non dice nulla.
L'inversione ci porta a qualcosa di questo tipo:
C'è sempre un buco nell'anti-sistema, quindi pensa te quante falle nel sistema
Un'altra perla, che non ha meno da offrirci della prima. A parte l'ovvia ricerca sull'ingiustificato quindi, le domande per la notte sono queste: qual è il dritto e qual è il rovescio? Sono realmente distinguibili? Se vi sembra che lo siano e la vostra spiegazione è che una falla non è un buco e l'anti-sistema non è il sistema, potete anche andare a leggere un altro blog.
Nota: naturalmente il «te» come soggetto è nell'originale e ripreso poi nella “riflessione”.
I difensori della lingua
Breve ornito-dialogo, costoletta di un altro filo che sarà oggetto di un futuro post. Per evidenziare il carattere sentenzioso e l'arbitrarietà di certe affermazioni, uso una tecnica a me cara: quella del calco con sostituzione di alcuni termini. Così si evidenzia il fatto che l'affermazione è “applicata” a qualcosa di specifico solo per via di preconcetti, pregiudizi, luoghi comuni e significati speciali attribuiti a certi elementi o espressioni — siamo cioè nel regno del del “linguaggio inferenziale di alto livello” (loaded language) — ma in realtà si può riapplicare senza troppa immaginazione ad altro.
Il punto vero di questo post è però la tattica della difesa della lingua.
Renzi che sbaglia, non certo solo la firma
Un pezzo da collezione dell'ornitoteca che lascia interessanti domande sulla complessità della vista (umana, ma solo perché è questa che ci riguarda): Renzi che sbaglia, non certo solo la firma.
Anche i grandi sbagliano
Buzz (Aldrin) Buzzerio
Domenico Buzzerio, il bempensante del precedente post, il primo della serie delle ornitoteche, ci tiene che io pubblichi (!) la sua risposta.